4 Novembre, Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Amate. Il Sindaco Vadi: “Ognuno di noi può fare molto per concorrere e mantenere la pace
Si sono svolte questa mattina le celebrazioni del 4 Novembre – Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Amate; anniversario della fine del primo conflitto mondiale. Quest’anno le celebrazioni si sono svolte senza la partecipazione del pubblico, nel rispetto delle misure del Governo di contrasto al contagio da covid.
La giornata è iniziata con la Santa Messa in San Lorenzo, a seguire la Deposizione di una Corona d’Alloro al Sacrario dei Caduti presso il Cimitero Urbano. E infine Deposizione di una Corona e la Commemorazione ufficiale al Monumento ai Caduti, al Giardino Pineta, dove ha portato un saluto il Sindaco della città di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi.
Di seguito alcuni passaggi dell’intervento del Sindaco.
“Commemoriamo il 4 Novembre, la fine del primo conflitto mondiale ed il raggiungimento della Unità nazionale, con la riconquista di Trento e Trieste, avvenute dopo una guerra dolorosa e tragica che costò tante vite umane al nostro paese. Celebriamo insieme le Forze Armate che quotidianamente prestano un importante servizio nel nostro territorio, testimonianza di una dedizione, di una professionalità, di una umanità e di un impegno verso il quale indirizziamo la nostra sincera riconoscenza. In questo momento difficile, costituiscono un baluardo e un punto di riferimento, nelle nostre città a tutela e a difesa della sicurezza pubblica e della salute pubblica.
La Costituzione italiana, nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione, ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, la collaborazione internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze.
Ognuno di noi, nella vita quotidiana, può fare molto per concorrere e mantenere la pace: abbiamo noi tutti il dovere morale di difendere e tutelare le istituzioni democratiche, di raccontare e di non disperdere la memoria di quanto di feroce è accaduto nel nostro paese e in Europa oltre settanta anni fa, di rendere le giovani generazioni coscienti e consapevoli dell’orrore prodotto dalla guerra, dall’odio razziale e religioso, dalla prepotenza e dalla violenza, mantenendo una ‘attenzione vigile’ rispetto a quel periodo oscuro del nostro passato, e rispetto a quanto sta accadendo ancora nel presente. L’attentato terroristico di lunedì sera a Vienna, ci fa comprendere quanto strada è necessario fare, nel 2020, verso la pace e la pacificazione.
Anche in una comunità piccola come la nostra, è compito importante – e qui mi rivolgo, in modo particolare, a chi ricopre incarichi pubblici ed amministrativi – creare e determinare le condizioni per una convivenza pacifica e collaborativa, di aiuto reciproco e di supporto verso i più deboli, di attenzione alle sofferenze individuali, di costruzione di un tessuto urbano coeso e sereno nel quale vivere, un luogo accogliente e rispettoso della molteplicità delle idee e della diversità che si dispiegano nella dialettica del confronto civile e democratico. In una fase come quella che stiamo attraversando, tutto questo è ancora più importante e vitale.
Ma in questo le istituzioni non sono da sole: esiste un ricco tessuto associativo a San Giovanni Valdarno, esistono istituzioni scolastiche, reti educative di ispirazioni cattolica e laica che quotidianamente sono impegnate in questa opera – faticosa ma bellissima – di costruzione della comunità. Più spesso in difetto, rispetto a questo compito ‘costruttivo’, sono le forze politiche: chiuse nella propria autoreferenzialità di parte fanno fatica a trovare un punto di incontro, un momento di sintesi collaborativa, e questo atteggiamento, nella emergenza sanitaria è ancora più pericoloso e dannoso.
In questo giorno, che commemora l’Unità Nazionale e le Forze Armate, ringraziandovi per la vostra partecipazione, rivolgo un invito a tutti noi all’impegno per tutelare e far crescere la nostra comunità, insieme, in armonia, facendo ognuno di noi, con passione ed umiltà, il nostro dovere quotidiano, nell’auspicio, vivissimo, che questo terribile momento possa passare il prima possibile”.
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