Deposta la corona ai caduti sul sacrario di Palazzo d’Arnolfo

Si è svolta questa mattina la 76esima manifestazione nazionale per commemorare i giovani partigiani che si arruolarono per liberare i territori italiani occupati dai nazifascisti. Gli interventi del sindaco Valentina Vadi e del presidente dell’Anpi Giuseppe Morandini

Anche quest’anno San Giovanni Valdarno ha voluto ricordare la partenza dei volontari alla guerra di liberazione: centinaia di giovani partigiani che si arruolarono nel rinato esercito italiano e andarono a combattere nella brigata Friuli per la liberazione degli altri territori italiani occupati dai nazifascisti sul fronte del Senio.

Ogni anno questo importante avvenimento viene celebrato, nella città del Masaccio, con un evento imponente alla presenza di alte autorità istituzionali e militari con rappresentanze regionali, provinciali, comunali e di associazioni partigiane combattentistiche provenienti da varie parti della Toscana e anche da fuori regione e con la partecipazioni degli studenti delle scuole superiori e dei cittadini. Quest’anno, a causa delle norme vigenti in materia di contenimento del contagio da Covid 19, le celebrazioni sono state diverse.

Erano presenti il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi, il presidente dell’Anpi Valdarno Giuseppe Morandini e rappresentanti dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia municipale, dell’associazione nazionale dei bersaglieri, dell’associazione nazionale dei finanzieri in pensione e dell’associazione nazionale dei carabinieri in pensione.

“La manifestazione per ricordare la partenza dei volontari alla guerra di Liberazione e l’unità di Italia – ha dichiarato il sindaco Valentina Vadi nel suo intervento – è una ricorrenza importante nella nostra comunità cittadina, istituita dal Comune di San Giovanni Valdarno, su sollecitazione forte dell’ Anpi molti anni fa per ricordare un evento specifico che ha riguardato San Giovanni Valdarno, per conservare la memoria del passato e dei valori della Resistenza: la libertà, la democrazia, l’uguaglianza sociale, la lotta contro ogni forma di discriminazione. Questi sono i valori, in nome dei quali combatterono i partigiani e i volontari che partirono per liberare l’Italia dal nazifascismo. Dopo il 24 Luglio 1944, giorno in cui vennero liberate San Giovanni Valdarno e Cavriglia la volontà dei partigiani sangiovannesi e Valdarnesi di continuare la lotta di Liberazione, si manifestò con la partenza, l’8 Febbraio del 1945, 76 anni fa, di 105 volontari, arruolatisi nei gruppi di combattimento del ricostituito esercito italiano. Per la maggior parte si trattava di giovani che avrebbero potuto rimanere nei loro paesi liberati e ricominciare a vivere dopo tanti anni di dittatura fascista e di guerra: invece preferirono arruolarsi e combattere contro i nazisti ed i fascisti oltre la linea Gotica per consentire anche ai fratelli delle regioni del Nord di Italia di raggiungere la libertà che loro avevano appena assaporato. I nostri volontari sangiovannesi parteciparono alla Liberazione di Riolo Terme e anche di Bologna. Ogni anno, con questa cerimonia, noi ricordiamo quei giovani, il loro coraggio, il loro smisurato amore per la libertà, ed il legame che ci unisce ancora, dopo così tanti anni, alle comunità che i nostri combattenti sangiovannesi contribuirono a liberare in quell’inverno del 1945”. Ha poi aggiunto: “Queste vicende, spesso sconosciute ai libri di storia, ma così importanti per la costruzione di una memoria condivisa e di un comune sentire morale, devono essere consegnate alle generazioni giovani, che costituiranno la classe dirigente futura, ed avranno, loro, la responsabilità di mantenere in pace, e in una civile convivenza, questo Paese. Quanto sta accadendo ancora oggi – penso, tra le tante, ai campi per profughi e migranti al confine tra Croazia e Bosnia – fanno comprendere come tutto quello che abbiamo fatto per ricordare e conservare la memoria dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi non è bastato, che ancora c’è chi, anche nel nostro Paese, continua ad ispirarsi ai valori del fascismo e del nazismo che sono fondati sul razzismo, sulla violenza, sull’intolleranza ed il rifiuto del diverso. Contro tutto questo, ritengo, si debba avere coraggio; la forza delle idee da opporre all’arroganza e alla prepotenza di chi vorrebbe ricondurci indietro nel tempo. Sta a noi, e soprattutto ai giovani, dimostrare gli stessi valori morali e la stessa audacia che ebbero nel lontano febbraio del 1945 i volontari che ricordiamo oggi, affinchè le porte dell’abisso si aprano di nuovo”.

Ha poi preso la parola il presidente dell’Anpi Valdarno Giuseppe Morandini.

“Per noi, per la nostra comunità, quella di oggi è una giornata importante. Una manifestazione molto sentita e attesa dall’intera comunità, all’insegna del ricordo e della gratitudine verso quei giovani che anteposero gli ideali di libertà e uguaglianza alle loro stesse vite. La memoria di ciò che accadde deve essere tramandata ai ragazzi perché i valori che accompagnarono la Resistenza e la Lotta di liberazione possano essere interiorizzati e applicati nella vita di tutti i giorni. Per questo, negli ultimi anni, avevamo cambiato il format di questa giornata coinvolgendo gli studenti delle scuole superiori in maniera concreta: già nelle settimane precedenti lavoravano per recuperare testimonianze, documenti e portare la loro riflessione sul nostro drammatico passato. Purtroppo quest’anno, la situazione di emergenza sanitaria non ha consentito la loro partecipazione e di questo siamo molto dispiaciuti e rammaricati. Mi auguro che il prossimo anno possiamo tornare al tradizionale programma. Infine, colgo l’occasione per invitare chi ancora non l’avesse fatto a firmare la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista proposta dal sindaco di Stazzema”.

La cerimonia di è conclusa con la consueta deposizione della corona ai caduti sul sacrario di Palazzo d’Arnolfo.

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