Béla Tarr riceverà il Premio Marco Melani 2023

Il 16 dicembre la cerimonia a San Giovanni Valdarno

È il regista ungherese Béla Tarr a ricevere il Premio Marco Melani 2023, con la seguente motivazione :
Premio alla carriera a Béla Tarr, per l’estetica rigorosa e radicale con cui la sua cinematografia ha espresso la condizione umana.

Figura di culto nel cinema europeo, ha affrontato le miserie umane con radicale nichilismo e un’estetica rigorosa, gettando uno sguardo tanto profondo quanto oggettivamente provante su una realtà immota e immutabile, se non per il suo lento e inevitabile dissolversi e disgregarsi. E’ ampiamente considerato come uno degli autori cinematografici più influenti degli ultimi trent’anni, maestro di magnifiche lunghe riprese, di film malinconici meravigliosamente girati che esprimono la condizione umana.

Il riconoscimento che con cadenza annuale è attribuito a partire dal 2006 per volontà del Comune di San Giovanni Valdarno ed Enrico Ghezzi allo scopo di mantenere viva la memoria dell’autore sangiovannese Marco Melani omaggia ogni anno un artista che rispecchi principi di sperimentazione e innovazione linguistica, in ambito cinematografico.

La scelta di conferire, per l’edizione del 2023, il Premio, al regista Béla Tarr, centra pienamente la vocazione statuaria del “Premio Marco Melani” che è stato concepito come riconoscimento per quegli autori e quelle figure di livello nazionale e internazionale che, con la loro creatività, hanno dato spazio alla sperimentazione linguistica e formale in ambito cinematografico spesso prestando la loro voce agli strati più marginali della società.

“E’ notizia di due giorni fa – dichiara l’assessore alla cultura Fabio Franchi – che il regista ungherese Béla Tarr ha ricevuto l’Honorary Award della European Film Academy, una tra le più prestigiose istituzione cinematografiche d’Europa, fondata nel 1988 da Ingmar Bergman, e composta dai più importanti registi europei. Siamo quindi estremamente lieti e onorati di aver scelto già molti mesi fa proprio Béla Tarr quale cineasta al quale assegnare il Premio Marco Melani 2023, organizzato dal Comune San Giovanni Valdarno con il contributo del Ministero della Cultura. Una scelta che rafforza ancora di più – se mai ce ne fosse stato bisogno – l’autorevolezza del Premio Marco Melani, ponendolo in linea con le valutazioni del più prestigiosi registi europei. Furono Enrico Ghezzi e Marco Melani che, nel gennaio 1996, con la trasmissione “Fuori orario”, trasmisero Satantango, il film più caratteristico e celebre di Béla Tarr promuovendo così il lavoro del regista ungherese in Italia. A marzo, sempre in collaborazione con Casa Masaccio, Béla Tarr sarà destinatario di una mostra proprio a Casa Masaccio, centro per l’arte contemporanea nell’ambito della rassegna ‘Esporre il cinema’”.

La cerimonia di premiazione si terrà il 16 dicembre 2023 al Cinema Teatro Masaccio a San Giovanni Valdarno (AR) a partire dalle ore 21.

Le attività del premio prevedono, oltre alla cerimonia di consegna, un programma di ricerca, un approfondimento online e una mostra dedicata al Maestro, che si terrà nel marzo 2024 a Casa Masaccio | Centro per l’Arte Contemporanea, per la serie Esporre il cinema.

Il Premio Marco Melani 2023 che beneficia del riconoscimento e del cofinanziamento da parte della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (MIC) e del sostegno della Regione Toscana, è curato da Enrico Ghezzi e Rinaldo Censi , storico e critico cinematografico.

PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ’

14 dicembre 2023, ore 21: “Palomar – Casa della cultura” proiezione del film Le armonie di Werckmeister, (Ungheria-Italia-Germania-Francia/2000), di Béla Tarr (145’), introduzione a cura di Rinaldo Censi.

16 dicembre 2023, ore 17: “Palomar – Casa della cultura”, presentazione del libro “Armonie contro il giorno. Il cinema di Béla Tarr”, sarà presente l’autore: Marco Grosoli . Nell’occasione saranno proiettati due brevi film di Béla Tarr: Hotel Magnezit (Ungheria/1978) (10’) e Visioni d’Europa – Prologo (2004), (5’).

16 dicembre 2023, ore 21: “Cinema Teatro Masaccio” Cerimonia di premiazione della 17ª edizione del Premio “Marco Melani”, consegna del premio al regista ungherese Béla Tarr alla presenza del Sindaco della città Valentina Vadi e di Enrico Ghezzi (Direttore del PMM).
Nell’occasione interverranno, autori, storici, critici e figure di rilievo del mondo del cinema, tra cui:
Rocco Ronchi (filosofo)
Cristina Piccino (giornalista, il Manifesto)
Matteo Marelli (filmtv)
A seguire proiezione del film Il cavallo di Torino, (Ungheria-Francia-Germania-Svizzera-USA/2011) di Béla Tarr (146’) .

17 dicembre 2023, dalle ore 16: 30: “ Cinema Teatro Masaccio”
Introduzione alla seconda giornata del Premio Marco Melani a cura di Rinaldo Censi
ore 17.00 Fulvio Baglivi Rai 3 – Fuori Orario / Contributi
ore 18.00 Armando Andria, Matango, contributi dall’archivio di Enrico Ghezzi
ore 21 .00 Chiara Seghetto, Marco Melani – The Man with the Golden Eye, proiezione di un film documento dedicato a   Marco Melani, montaggio di 116′, interviste, materiale di repertorio e readings registrati incorporati organicamente nelle immagini.

Bèla Tarr

Béla Tarr (Pécs, Ungheria, 1955) si è imposto a livello internazionale con Damnation (1988) e ha accresciuto la sua reputazione e posizione con Sátántangó (1994, della durata di oltre sette ore) e Werckmeister Harmonies (2000). Tutti e tre i film possono essere considerati un commento sulla vulnerabilità della civiltà umana. Sviluppi inaspettati e minacciosi sembrano far emergere gli istinti animali nelle persone e rapidamente salta qualsiasi senso di solidarietà reciproca in una comunità circoscritta. Sono, questi, film travolgenti e terreni che ritraggono l’umanità nella sua disperazione esistenziale. Tuttavia, talvolta appare un barlume occasionale di liberazione, quando l’alcol scorre, l’orchestra suona e gli ospiti del bar si perdono in un’allegria ubriaca. Tarr considera il suo ultimo lavoro Il cavallo di Torino (2011) un film sulla fine del mondo, e quindi la fine della sua stessa filmografia. Non poteva immaginare di fare un altro film più essenziale, più ridotto alla sua medesima essenza. Il Film nello stesso anno viene   premiato con l’Orso d’Argento al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Dopo di allora, Tarr ha gestito una scuola di cinema a Sarajevo. Per la mostra da Eye Fim Museum di Amsterdam nel 2016, tuttavia,il regista ha ripreso in mano la cinepresa per filmare un’ultima scena. La sua rabbia per il modo in cui rifugiati e migranti vengono trattati in Europa, e specialmente in Ungheria, lo ha costretto a fare una dichiarazione e ad esprimere le proprie opinioni. Il 9 dicembre 2023, Béla Tarr, riceve il premio alla carriera da parte dell’European Film Accademy, in occasione della 36a edizione dell’European Film Award.

Béla Tarr aveva sedici anni quando ha iniziato a girare film, principalmente drammi e documentari naturalistici e sociali. Ha sviluppato il suo stile distintivo e influente dopo i suoi studi all’accademia del cinema di Budapest. A partire da Damnation (1988), i suoi film sono per lo più girati in un bianco e nero mozzafiato, con riprese estremamente lunghe fino al piano sequenza, in cui lascia che la macchina da presa “esplori” uno spazio o un paesaggio molto lentamente, mentre i suoi personaggi vivono vite impoverite, in uno stato d’animo di disperazione senza uscita nel paesaggio desolato dell’Ungheria rurale e presentano al pubblico un’esistenza spogliata di tutti i dettagli. Stile e sostanza sono indissolubilmente legati tra loro nell’opera di Béla Tarr. Il suo cinema presenta la visione cupa di un mondo in cui le persone non hanno alcun controllo sulla propria esistenza e sono costrette a subire passivamente il proprio destino, abbandonate dalla vita, in un’ambientazione tetra e dominata dal degrado, dalla disintegrazione e dal disinteresse. È da questa situazione che Tarr, ha creato una filmografia ipnotica nella sua potenza visiva, mostrando più coraggio di chiunque altro nel fidarsi dell’immagine per sollevare gli spettatori dalla miseria.

 

Filmografia del regista

Hotel Magnezit (1978) – cortometraggio

Nido familiare (Családi tűzfészek) (1979)

L’outsider (Szabadgyalog) (1979)

Macbeth (1982) per la TV

Rapporti prefabbricati (Panelkapcsolat) (1982)

Almanacco d’autunno (Őszi almanach) (1985)

Perdizione (Kárhozat) (1988)

Satantango (Sátántangó) (1994)

Viaggio nella pianura ungherese (Utazás az Alföldön) (1995) – documentario

Le armonie di Werckmeister (Werckmeister harmóniák) (2000)

Prologo in Visions of Europe (2004) – film collettivo

L’uomo di Londra (A londoni férfi) (2007)

Il cavallo di Torino (A torinói ló) (2011)

 

Il Premio Marco Melani

Con il Premio Marco Melani, finanziato dalla Direzione Generale per il Cinema e l’Audiovisivo del Ministero della Cultura, il Comune di San Giovanni Valdarno celebra Marco Melani, intellettuale qui nato nel 1948 e attivo sul territorio italiano in particolare come ideatore e conduttore di programmi che hanno fatto la storia della televisione pubblica (come ad esempio Blob e Fuori Orario) e noto anche in qualità di regista, sceneggiatore, critico, operatore culturale e organizzatore di rassegne capaci di coinvolgere registi di fama internazionale quali Billy Wilder, Elia Kazan e Bernardo Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Amos Gitai, Kenneth Anger e Otar Iosseliani. Il Premio Marco Melani omaggia ogni anno un artista che rispecchia i principi di sperimentazione, innovazione linguistica, inclusione e attenzione alla marginalità sociale,

una motivazione che negli anni è stata ampiamente confermata dall’elenco dei destinatari del premio: Alberto Grifi, Tonino De Bernardi, Franco Maresco, Pasquale Scimeca, Mario Martone, Otar Ioseliani, Francesco Calogero, Amos Gitai, Giuseppe M. Gaudino, Bernardo Bertolucci, Paulo Branco, Pippo Delbono, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, Chantal Akerman, Lars von Trier. Gli autori ad oggi premiati sono altamente indicativi dell’importanza e del rilievo internazionale che hanno caratterizzato il Premio fin dalla sua nascita.

Istituito nel 2006 dal Comune di San Giovanni Valdarno ed Enrico Ghezzi, il premio intitolato a Marco Melani per il 2023 è curato da Enrico Ghezzi e Rinaldo Censi, storico e critico cinematografico.

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