Ruote di Staccioli donate al Comune, il progetto di restauro e ricollocamento

I 5 tondi realizzati dal celebre scultore volterrano per l’esposizione del 96 a San Giovanni Valdarno, troveranno definitiva dimora nello spazio che funge da cerniera tra uno degli stabilimenti dell’ex-Italsider, la zona industriale di Sant’Andrea e l’accesso a nord della città. Oggi l’allestimento del cantiere ed entro 3 settimane le sculture saranno trasferite.

I tondi di Mauro Staccioli troveranno definitiva dimora nella città per la quale erano stati pensati. L’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Valentina Vadi, ha presentato questa mattina il progetto di recupero e ricollocazione nel contesto urbano della città di San Giovanni Valdarno del gruppo scultoreo realizzato dall’artista noto in tutto il mondo per le sue monumentali geometrie essenziali, disseminate nei paesaggi italiani, europei, americani.
L’allestimento del cantiere nella città del Marzocco è iniziato proprio questa mattina, giovedì 9 febbraio, ed entro il mese le “ruote” saranno trasferite per essere restaurate sul posto.

Alla conferenza stampa, oltre al primo cittadino, hanno partecipato anche Fausto Forte, direttore di Casa Masaccio e Fabrizio Dionisio direttore sviluppo di Idea Sgv, società affidataria dell’intervento.

“L’arte oggi deve lavorare sull’ipotesi, deve interrogare ed interrogarsi, e in questo senso lo spazio pubblico, cittadino, in particolare la strada […], sono il luogo più idoneo a sviluppare tale lavoro nella direzione di un coinvolgimento che superi il circolo ristretto degli specialisti.”(Mauro Staccioli, 1982)

Come ripercorso da Fausto Forte, era il 1996 quando San Giovanni Valdarno vide invadere corso Italia, la via centrale della città, da cinque grandi tondi, comunemente chiamati “ruote” in cemento armato, realizzati del celebre scultore volterrano Mauro Stcaccioli. I tondi dal raggio di oltre 3 metri e spessore di 60 centimetri, erano stati immaginati, in principio, per vivere lo spazio più intimo della città, il corso principale, fulcro della vita della comunità come occasione per ripensare la storia attraverso la contemporaneità, marcando la direttrice, la spina dorsale dell’impianto urbano progettato da Arnolfo di Cambio.
L’istallazione rappresentò una ventata di novità, uno sconvolgimento temporaneo di un luogo precodificato. Di tale evento rimane ancora il ricordo, come un’immagine di repertorio che seguita ad avere vita nella memoria della comunità.

Una volta terminata la mostra, le sculture vennero parcheggiate in un terreno del comune a Vacchereccia in attesa di una destinazione definitiva e delle risorse necessarie per il loro recupero e per il nuovo posizionamento.

Il 16 gennaio scorso Giulia Staccioli, figlia dello scultore ed unica erede, ha formalmente manifestato la volontà di donare al Comune di San Giovanni Valdarno il “Gruppo scultoreo composto da cinque ‘Tondi’ di grande formato in cemento armato, pensato e realizzato da Mauro Staccioli appositamente per la Città di San Giovanni Valdarno in occasione dell’installazione effimera del  1996”.
Un’intenzione che, in maniera non ufficiale, aveva già rivelato nei mesi precedenti. Per questo, in via preventiva, il Comune si era attivato per reperire finanziamenti esterni e provvedere al restauro ed alla collocazione dell’opera, quando fosse stata formalmente acquisita.
E adesso è stato possibile avviare la procedura di sponsorizzazione con il restauro e il ricollocamento delle opere. All’intervento sarà affiancato anche un lavoro di valorizzazione e documentazione progettato da Casa Masaccio in collaborazione con l’Archivio Mauro Staccioli.

I tondi saranno posizionati in un’installazione permanente e sistemati in un nuovo sito, individuato nello spazio che funge da cerniera tra uno degli stabilimenti dell’ex-Italsider, la nuova zona industriale di Sant’Andrea e il nuovo accesso a nord della città. Rappresenta un intervento di riqualificazione dell’area, una “scultura a scala urbana” che si pone in un quadro di riconoscimento del valore civico dell’arte contemporanea nel sistema-comunità, un gesto che vuole intrecciare i luoghi e la loro memoria valorizzando i temi del lavoro e della città.
Il luogo caratterizzato dalla presenza della “ferriera” per lungo tempo motore economico della città, rappresentò per l’artista l’occasione per ripensare il lavoro a suo tempo proposto, caratterizzandolo nuovamente in funzione della storia economica e sociale della città. Staccioli previde quindi il rivestimento delle sculture con un nuovo materiale, acciaio corten, simbolo dell’attività siderurgica.

“E’ importante, che il cittadino si riconosca in un’opera d’arte, e che questa diventi un punto di riferimento della collettività attraverso la riqualificazione di luoghi sopratutto quelli del vivere quotidiano, i luoghi del lavoro, i luoghi dell’abitare, attraverso l’arte del nostro tempo”. È questo l’approccio che portava avanti Mauro Staccioli sin dagli anni Sessanta che, con le sue opere, andava a tessere un fitto dialogo con l’ambiente circostante. Come lui stesso dichiarava, in occasione dell’originaria installazione dei tondi in Corso Italia: “… lavoro molto sull’idea di segnare il paesaggio, di usare la scultura come segno tangibile di un passaggio o come segno di possibile interazione con un luogo nei confronti del quale si instaura un rapporto di domanda/risposta, di dialogo…”. Il luogo viene quindi interrogato, sollecitato, percepito diversamente ed infine ricostruito, sulla base dei riferimenti culturali, storici e sociali.

Le sue sculture non sono autoreferenziali ma vivono in rapporto col contesto, il quale diventa al tempo stesso contenitore e contenuto, vero e proprio elemento strutturale.

“Fin dal nostro insediamento, come Amministrazione Comunale, abbiamo lavorato perché l’operazione che comincerà in questi  giorni potesse trovare compiuta realizzazione”, ha dichiarato Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni Valdarno. “E’ come la chiusura di un cerchio – per recuperare una delle forme geometriche più utilizzate da Staccioli nelle sue opere – che dal 1996, anno in cui lo scultore realizzò i cinque tondi in cemento collocati lungo Corso Italia, arriva fino ad oggi con il restauro e la loro ubicazione nella rotatoria di ingresso all’area produttiva di Sant’Andrea, esattamente dove Staccioli indicò che sarebbero dovute essere esposte, lungo la direttrice che unisce il Centro Storico con l’area produttiva. Il progetto di restauro è reso possibile grazie alla sponsorizzazione di un soggetto privato e alla realizzazione da parte della Idea SGV S.r.l che ringrazio per l’attenzione nei riguardi del nostro territorio e della nostra comunità cittadina. Mauro Staccioli è un artista e uno scultore di profilo internazionale le cui istallazioni si trovano, oggi, in tante importanti città italiane e straniere da Prato, a Roma, a Milano, a Perugia, fino a Seul, agli Stati Uniti, al Portogallo, alla Germania. Per noi è un onore e un privilegio poter avere questi cinque tondi esposti nella porta di accesso all’area industriale di San Giovanni Valdarno che ha visto, negli ultimi tre anni, uno sviluppo e una riqualificazione significativa, ed è senza dubbio un obiettivo che ci riempie di soddisfazione essere riusciti a restituire alla città le opere di un artista che alla nostra città è stato legato in un passato non troppo lontano. Infine un ‘grazie’ anche alla figlia di Mauro Staccioli, Giulia, che ha generosamente donato il gruppo scultoreo a San Giovanni Valdarno per seguire la volontà del padre e dell’artista”, ha concluso il sindaco.

Mauro Staccioli è stato uno dei maestri della scultura, conosciuto a livello internazionale per le sue “sculture-intervento”, opere di dimensioni ambientali che con le loro forme geometriche essenziali si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. Era membro associato dell’Académie Royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell’Accademia di San Luca. Materiali semplici, come ferro e cemento e geometrie essenziali che irrompono nei paesaggi e scardinano ogni schema. Le opere del maestro Staccioli hanno conquistato mezzo mondo: prima l’invito alle Biennali veneziane, poi i successi in Germania, in Gran Bretagna, in Israele e in Francia, per arrivare alla sua prima personale negli States. Tante le installazioni-culto di Staccioli che troneggiano nelle colline di Volterra e che sono diventate vere e proprie icone per gli appassionati dell’arte.

Obiettivi del progetto di ricollocazione del gruppo scultoreo di Staccioli a San Giovanni Valdarno, sono la riqualificazione di un ambito di paesaggio urbano periferico, la riappropriazione e identificazione della comunità di un rinnovato spazio urbano, l’associazione tra la memoria collettiva legata ai luoghi del lavoro e la caratterizzazione dello spazio pubblico e la realizzazione di un intervento di riqualificazione urbana tramite la collaborazione di soggetti pubblici e privati . Ma anche la promozione della conoscenza, per la comunità locale, dell’arte contemporanea e la sua fruizione in modo diretto.

“Come gruppo Idea – ha sottolineato l’ingegner Antonio Dionisio, direttore sviluppo – operiamo sul territorio da tre anni. Siamo arrivati in un momento delicato a causa della pandemia quando iniziavamo un percorso urbanistico insieme all’Amministrazione che avrebbe portato alla realizzazione dell’immobile che oggi ospita l’Abb. Oggi siamo davvero felici di poter contribuire alla collocazione e al restauro di un’opera scultorea davvero importante per il territorio, lo sentiamo come un modo per dire ‘grazie’ alla comunità che tanto ci ha dato. Ormai ci sentiamo parte di questo territorio di cui apprezziamo le idee e i valori”.

Questa mattina è stato allestito il cantiere nell’area interessata. Ad inizio della prossima settimana, inizieranno i lavori di scavo dei 5 plinti che dovranno ospitare i tondi. Entro il mese di febbraio è previsto  l’arrivo in cantiere del ferro lavorato per l’armatura; successivamente sarà gettato il calcestruzzo di fondazione e le ruote potranno essere trasferite e collocate. Il restauro avverrà direttamente in loco.

 

 

Mauro Staccioli nasce a Volterra nel 1937. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte della città si trasferisce in Sardegna dove insegna e fonda il Gruppo di Iniziativa  con giovani artisti e intellettuali. Tra gli anni ‘60 e ‘70 si trasferisce a Lodi e poi a Milano dove assume l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera e successivamente di quello di Lovere.  La sua attività artistica, strettamente legata all’attività didattica, intellettuale e politica, passa attraverso diverse tecniche per approdare alla scultura, alla quale si dedicherà alla fine degli anni ‘60. Staccioli matura l’originale idea della scultura in relazione con il luogo, inteso nella sua concezione fisica e sociale. Qui prende il via la grande innovazione dello sculture che fa del circostante un partecipe significato dell’opera, la quale, senza la sua collazione ad hoc, cesserebbe di esistere. Nel ’72 la mostra a Volterra “Sculture in Città” segna una svolta: gli spazi urbani si aprono all’arte e la mostra sarà spinta propulsiva per la manifestazione Volterra’73, curata da Enrico Crispolti e che sancirà un nuovo modo di intendere la scultura. Le tante mostre organizzate in gallerie e spazi milanesi, fino alla Biennale di Venezia nel ‘76 e nel ‘78, accendono l’interesse per lo scultore volterrano anche all’estero. Le sue “idee costruite” approdano in Germania, Gran Bretagna, Israele e Francia. In questo arco temporale il linguaggio dell’artista cambia, l’aggressività e durezza che caratterizzavano anche il clima politico degli anni ’80 si smussa generando opere che sfidano gli equilibri statici come il plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts, che lo porta oltre oceano. Sculture sospese in armonico contrasto con la realtà dei luoghi. Negli anni ’90 nuove sperimentazioni portano Staccioli alla creazione di forme alternative: anelli che interagiscono con il paesaggio. Realizzerà importanti opere in Belgio e in Corea nell’ultimo decennio degli anni ’90. Le innumerevoli mostre ed installazioni in tutto il mondo, qui citate solo in parte, non hanno mai distolto lo sculture dall’attaccamento alla sua terra nativa. Nella mostra “Luoghi d’Esperienza” del 2009, iniziativa inserita nell’ambito di un progetto durato cinque anni e denominato Generazioni In Arte, Staccioli ha lasciato a Volterra parte delle sue grandiose opere ambientali, creando un percorso attraverso il paesaggio ed i suoi ricordi. Talvolta incorniciando, talvolta indicando, talvolta sostenendo, valorizza il circostante con l’essenzialità del suo estro che si fonde col moto perpetuo delle colline, con l’angolo remoto e dimenticato, con la storia di cui il luogo è silente memoria.

La notte tra il 31 dicembre 2017 e il 1 gennaio 2018, nel suo studio di Milano, Mauro Staccioli si è spento, all’età di 80 anni. Ciò che il mondo ha perso è uno dei pilastri dell’arte contemporanea ma ciò che non si è spenta è la sua arte, che impera pantagruelica conciliando ricordi ed eternità.

La biografia completa https://maurostaccioli.org/it/biografia-it/

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