Gli uomini passano, le idee restano, il ricordo di Giovanni Falcone a Palomar
Lunedì 23 maggio alle 17,30, a trent’anni dalla strage di Capaci, il comune di San Giovanni Valdarno, il coordinamento del Valdarno di Libera e Materiali sonori hanno deciso di onorare la triste ricorrenza con un’iniziativa organizzata alla Casa della cultura. Letture, musica, riflessioni e, alle 17,57 un minuto di silenzio.
Ricordare Giovanni Falcone attraverso le sue interviste, le sue parole, le sue azioni, ma con uno sguardo rivolto a tutele vittime delle mafie di questi decenni. Così il comune di San Giovanni Valdarno, il Coordinamento del Valdarno di Libera e Materiali sonori (come anteprima del Festival Orientoccidente) hanno deciso di celebrare il 23 maggio i 30 anni dall’attentato di Capaci, proprio nello stesso orario in cui quella tremenda bomba uccise il magistrato palermitano, la sua compagna Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicilio e Vito Schifani.
L’evento si svolgerà lunedì 23 maggio nella sala conferenze di Palomar (piazza della Libertà) con inizio, puntuale, alle ore 17,30 e la visione di un’intervista televisiva al magistrato effettuata nel 1990 da Michele Santoro che ripercorre la sua vita, le sue scelte, la sua lotta contro Cosa Nostra.
Seguirà l’intervento del sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi che terminerà pochi minuti prima delle 17,57, orario in cui l’ordigno esplose provocando una strage che è entrata nella storia recente del nostro paese. Sarà rispettato un minuto di silenzio, in piedi, rendendo omaggio non solo alle vittime di Capaci, ma a tutte le vittime innocenti delle mafie.
“Credo che ognuno di noi abbia ricordi nitidi di dove si trovasse e cosa stesse facendo quel 23 maggio del 1992, perché l’attentato che dilaniò l’autostrada A29 nei pressi di Capaci, uccidendo con violenza il giudice Giovanni Falcone, la moglie, e gli agenti della scorta, rese attonito l’intero paese che ammutolì di fronte a tanta ferocia umana”, ha dichiarato il sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi. “Ricordo perfettamente che appresi la notizia dalla radio, mentre stavo ascoltando la musica, e che rimasi immobile per diversi minuti incredula di quanto stessi ascoltando: avevo 20 anni e per la mia generazione il giudice Giovanni Falcone rappresentava un modello etico di comportamento, di rispetto della legge, di principi e valori solidi e fermi, di sacrificio umano ed individuale per un bene superiore, la lotta alla mafia in nome della legalità e dello Stato. A tanti anni di distanza possiamo dire che, se anche il fenomeno mafioso non è stato vinto dallo Stato, tutto il lavoro fatto dal giudice Falcone, dal maxi processo in avanti, ha consentito di conoscere da vicino i meccanismi di Cosa Nostra e portare all’arresto di numerosi affiliati alle cosche mafiose. ‘La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da parte di inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni’, affermava Giovanni Falcone. Sono convinta che chi ha un ruolo attivo nelle istituzioni è chiamato ad impegnarsi ogni giorno per vincere questa battaglia e da sindaco è quanto cerco di fare rispetto ad un fenomeno che sappiamo bene non essere soltanto circoscritto alle regioni del Sud Italia, ma che è presente anche nella nostra regione. Ringrazio Libera Valdarno e tutte le associazioni che hanno voluto ricordare i 30 anni dalla strage di Capaci a San Giovanni Valdarno, chi è impegnato ogni giorno a diffondere i valori della legalità e vorrei farlo con le parole di Giovanni Falcone che ben si attagliano alla sua figura, al suo operato e alle sue idee: ‘A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini’”, ha concluso il sindaco.
“Abbiamo deciso – spiega Pieluigi Ermini, referente del coordinamento del Valdarno di Libera – di dedicare questo evento al ricordo di tutte le vittime delle mafie attraverso la visione di video, letture, racconti, canzoni che seguiranno dopo il minuto di raccoglimento. Un giorno per ricordare, fare memoria e rinnovare tutti il nostro impegno contro le mafie di ogni genere nel ricordo anche del nostro Fulvio Turtulici, scomparso pochi giorni fa e che è stato l’autore dei dossier che da alcuni anni ci danno uno spaccato importante su come la criminalità organizzata si muova anche in Valdarno”.
“Un mix che vuole unire memoria e cultura, storia e arte – aggiunge Giampiero Bigazzi, presidente di Materiali sonori e coordinatore del Festival Orientoccidente – con le letture di Matilde Brogi, Daniela Gori, Natan Johannesburg Neri, l’intervento di Sergio Serges e quello che farò io, l’esibizione dal vivo del rapper Bob Celentano (che racconta “La Storia di Barre”) e i video registrati di tanti artisti che hanno voluto dare il loro contributo: Anna Meacci, Letizia Fuochi, Piero Cherici, Stranobakkano, Dritto E Rovescio, Enrico Bernardoni, Marcello Stagi”.
Sarà possibile ascoltare le storie di Peppino Impastato e della mamma Felicia, di Salvatore Carnevale, di Mauro Rostagno e le letture tratte dagli scritti di Giovanni Falcone e di Ilda Bocassini.
Guiderà la serata Pierluigi Ermini.
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