PALAZZO D’ARNOLFO

L’architetto
La tradizione vuole Palazzo Pretorio progettato dal grande architetto Arnolfo di Cambio. In ogni caso Arnolfo non poté seguire la costruzione materiale del palazzo la cui ultimazione é senz’altro posteriore alla morte dell’architetto avvenuta fra il 1302 e il 1310. Del resto, l’aspetto attuale del palazzo é frutto di sostanziali interventi di ristrutturazione e di ampliamento che ne hanno radicalmente alterato le originarie proporzioni, rigorosamente calibrate in rapporto alla struttura geometrica e modulare dell’impianto urbano.

Il nucleo originario
La struttura del palazzo, per tutto il XIV secolo, risulta ancora strettamente ancorata all’assetto urbano della piazza e della terra nuova nella sua globalità. L’edificio si articola intorno a un corridoio centrale, in asse perfetto con la direttrice nord/sud che attraversa la città fra la Porta S. Lorenzo e la Porta S. Andrea. Un basso porticato con archi sorretti da tozzi pilastri abbracciava il nucleo centrale (escluso il lato est occupato da una bassa torre). I pilastri sui lati lunghi dell’edificio erano in parte ancorati mediante muri al corridoio centrale. A ovest le arcate immettevano in un vasto ambiente rettangolare, una sorta di loggia aperta sulla piazza maggiore .

Il Palazzo Pretorio
Una seconda fase edilizia si registra nei primi anni del XV secolo. Il cedimento della struttura originaria richiede la totale tamponatura delle arcate di piano terra. Sulla parete ovest si ripristina un’area porticata, individuata dai tre pilastri centrali del successivo porticato esterno. La ristrutturazione del palazzo é resa necessaria, verosimilmente, oltre che dai problemi statici anche dal bisogno di apprestare una sede adeguata per la nuova magistratura del Vicariato del Valdarno, istituita nel 1409. Nel 1427 é documentato uno stanziamento di 500 fiorini d’oro “per fare la torre dell’orologio”.

Le ristrutturazioni del XIV e XV sec.
La terza fase edilizia vede la costruzione del porticato esterno sui lati nord, est e sud e delle logge, di sapore ormai rinascimentale, al primo piano sui lati ovest e est. L’operazione si presenta completata nel 1553, come documenta la pianta di Piero della Zucca.

Gli stemmi dei Vicari del Valdarno
Nel corso dei secoli XV, XVI, XVII e XVIII le pareti del Palazzo Pretorio si ricoprono degli stemmi scolpiti, dipinti o in terracotta invetriata dei Vicari, dal più antico del 1410 al più recente del 1769. Il recente restauro, effettuato nel periodo 1986-1990, ha consentito il completo recupero della struttura ed é stato preceduto da una campagna di scavo, durata sei mesi, che ha consentito di chiarire la complessa storia dell’edificio.

Reperti archeologici
Nel corso degli scavi archeologici effettuati in previsione del restauro di Palazzo d’Arnolfo, avviato nel 1986 e concluso nel 1990, sono stati recuperati frammenti ceramici e vitrei. Essi sono databili in un arco cronologico compreso fra il XV e il XVIII secolo, periodo nel quale il palazzo fu sede dei Vicari del Valdarno. Si tratta di maioliche aretino-senesi, fiorentine, di Montelupo in particolare. Le ceramiche di minor pregio sono probabilmente di fabbrica locale. Lo stesso dicasi per i vetri, la cui fabbricazione é tradizionale a San Giovanni.

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