LE PIAZZE DEL SAPERE – SAN GIOVANNI VALDARNO – MARZO 2017

a cura della Biblioteca Comunale Masaccio

Il Comune di San Giovanni Valdarno/Biblioteca Comunale, con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo, in collaborazione con, Unicoop Firenze,  Bibliocoop e le Associazioni culturali Conkarma e Pandora,  promuove la rassegna “ Le piazze del sapere”.

La rassegna si inserisce tra le attività di promozione delle biblioteche, del libro e della lettura e del  progetto Biblioteche nei Centri commerciali.

L’idea della rassegna è quella di promuovere la biblioteca nello spazio pubblico, per farne luogo di incontro, di scambio, di azione collettiva e di opportunità di crescita civile e culturale per la comunità. La biblioteca   pubblica, come luogo di libertà e di creatività per ogni cittadino, un territorio aperto a gruppi e associazioni, centro di riflessione e di condivisione dei saperi, nodo centrale di una rete con altre istituzioni culturali.
Il programma della rassegna, per il mese di marzo 2017, prevede la presentazione di due giovani autori del territorio, Josef Alfieri e Chiara Baldini,  che nell’occasione  parleranno rispettivamente dei loro ultimi lavori, Un fiore nel mare e Il mio posto nel mondo. La rassegna continua con altri due appuntamenti che prevedono la presenza di due affermati autori professionisti: l’avvocato Francesco Paolo Maresca con il libro Processo Meredith: giustizia perfetta? che racconta il lungo e doloroso percorso del processo Meredith e il giornalista e scrittore Stefano Liberti con il libro I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta, un’inchiesta che fa luce sui giochi di potere che regolano il mercato del cibo. Questi due ultimi appuntamenti, previsti nella giornata di sabato 4 marzo in Palazzo d’Arnolfo, uno alle ore 15.30 e l’altro alle ore 17.30, sono stati realizzati, rispettivamente, in collaborazione con il Comitato 8 marzo Valdarno e con l’Associazione culturale Liberarte.

Programma:

Venerdi 3 marzo 2017 ore 17.30 – Palazzo d’Arnolfo | Museo Terre Nuove

presentazione del libro

Un fiore nel mare

di Josef Alfieri

prefazione di Nuccio Fava

a cura della Prof.ssa  Paola Brembilla e dell’amico dell’autore, nonché scrittore della sua biografia, Luca Di Dio.

Un giovane Poeta in giro per il mondo

Natale 2016 .

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Accadono imprevisti nelle nostre vite che lasciano tracce significative. Incontri mai immaginati con persone scoperte all’improvviso che ti colpiscono per la loro immediatezza, la loro spontaneità nel comunicare con innocenza. Ne emerge un interesse non banale per i fatti della vita, per le differenti esperienze affrontate e che devi sapere assaporare con il gusto e la curiosità dell’esperienza personale, della tua irripetibile sensibilità. A me è capitato all’uscita della stazione di Santa Maria Novella a Firenze: nel raggiungere la proiezione in anteprima dei “Medici”, un colossal della Rai sulla Firenze del rinascimento segnata in modo straordinario, tra le sue lotte e i suoi intrighi e le sue grandezze, marcata dalla dinastia dei Medici e dalla loro influenza. A due passi dalla Stazione mi attrae un chiosco di artigianato artistico, molto curato e di buon gusto. Mi metto a chiacchierare con il giovane venditore e mi colpisce sin dal primo momento, una dimensione diversa da quella del solito “accaparratore” di clienti e turisti stranieri. 6 Ha una gran voglia di chiacchierare, raccontare della sua vita, delle tante esperienze di lavoro molto varie, fino alla vocazione principale: quella di sentirsi poeta, trarre ispirazione ad ogni occasione e da ogni esperienza. Alle prese con un dialogo interiore ininterrotto che costituisce la principale ragione della sua vita. Nel suo poetare c’è forte il canto della sua napoletanità, mischiata al fascino fiorentino che continua ad alimentarlo. C’è poi, come ispirazione che l’accompagna, un singolare bisogno di quiete, una fiducia nella pazienza e nella speranza. Qualità e doti non comuni che resistono senza rischio di resa, nonostante la confusione e il disorientamento dei nostri giorni. I colori e i profumi, del mare e il cielo, la nostalgia e la tristezza sono i punti di ispirazione delle poesie dell’autore,insieme all’incontri, agli amori, e in ultima analisi la bellezza della vita. Con i suoi aspetti anche di allegria e di gioia. Perciò ho accettato di scrivere qualche riga di presentazione. Ringrazio per il dono personale che ne ho ricevuto. Sono sicuro che Josef Alfieri continuerà a scrivere poesie. Ha scoperto nel suo modo originale che le poesia è il respiro dell’anima e non dobbiamo mai rinunciarci. Nuccio Fava

 

Note biografiche

 

È stato durante un freddo pomeriggio d’autunno che Josef mi ha gentilmente chiesto: «Luca, ti andrebbe, in occasione dell’ormai sempre più prossima pubblicazione del mio libro, di scrivere qualche cenno della mia biografia?». Mi sono sentito subito più leggero. Perché non mi è stato chiesto di mettermi nella posizione di un Umberto Eco o di un Roland Barthes e di cimentarmi perciò in un’accurata critica letteraria. Mi sarei sentito impacciato, inadeguato. Ho accolto l’offerta di Josef come una pura e semplice dimostrazione di stima e amicizia. Un’amicizia fatta di confidenze e confessioni, di discussioni giocose e di scontri seri. Un’amicizia ormai ventennale, che è partita dai verdi prati dei giardinetti di San Giovanni Valdarno, dove respirare la vita e l’infanzia è stato pur sempre memorabile. Cercherò, quindi, di non parlare di Josef come di un emergente scrittore, a questo ci penseranno i lettori quando affonderanno l’olfatto nelle pagine del suo testo, ma con una totale armonia umanistica, descrivendolo per come lo conosco. Ripeto, da amico. Josef è nato il 26 Maggio del 1994 a Figline Valdarno. Io sono di settembre, dello stesso anno. Perfetti coetanei. Entrambi residenti a San Giovanni Valdarno, paese limitrofo al luogo di nascita. Insieme abbiamo frequentato l’asilo, le scuole elementari e le medie. E sarò sincero, non ho mai visto, in Josef, quello che potrebbe essere definito il timbro dello scrittore. La scuola, come per me del resto, credo gli facesse una brutta impressione; un’estensione illegittima del potere coercitivo dello Stato. I voti, i programmi didattici da cui prescindere è impossibile, lo stare “legati” al banco, erano una palese seccatura. Ci siamo poi necessariamente divisi. Lui ha scelto l’istituto geometri e io, imbambolato dai professori, il liceo linguistico. E ne abbiamo parlato spesso, alternando la serenità di spirito a una rabbia surrettizia, del fatto che entrambi avevamo scelto le superiori con eccessiva fretta, sperando solo in un accomodamento postumo. Io sono finito a studiare Storia all’università, lui ha giustamente scelto una vita lontana da quel mondo. La trovo una scelta coraggiosa, in generale, quella di ammettere a se stessi che stare incollati a una sedia, col baluginio della lampada che illumina il libro che obbligatoriamente devi studiare, non è la massima ambizione che si possa avere. La cultura è un immenso mondo, che non può essere circoscritto tra le mura di un edificio. La cultura si assapora ovunque: nelle case, nei libri. La cultura viene fuori per osmosi. Ed è sicuramente a partire da questa consapevolezza, che Josef ha iniziato ad appassionarsi. La passione è tutto. Per il teatro, per la letteratura, per il cinema. Fin quando ha ripreso tra le mani anche poesie dell’epoca classica, che tanto detestava a scuola. Perché, appunto, si sentiva costretto a decifrarne il senso. Quando si legge, invece, si è come ricoperti di un’aura magica che ti dà la possibilità di essere tu stesso l’artefice del tuo destino. Ed è così che nasce un uomo, giovane, che vuole difendere le sue parole. In realtà, prima di arrivare dov’è adesso, quindi in procinto di “essere letto”, Josef ha vissuto. “I nostri ragazzi stanno crollando”, dice Adrien Brody nel capolavoro cinematografico Detachment di Tony Kaye. È vero. La mia generazione risente di una cronica incapacità di vivere. Perché vivere significa anche essere leggeri. Non superficiali, ma leggeri. È tutto sedimentato sotto l’endemica sensazione di disperazione, verso un mondo che non ha i mezzi e la volontà reale di regalarci opportunità. Josef, invece, questa leggerezza la conosce bene. Ha fatto numerosi viaggi, e tante esperienze, nonostante la sua giovane età. Dopo il diploma è stato a Barcellona. Poi si è buttato nel mondo dell’animazione per tre settimane, all’Isola D’Elba. Lui ama il mare. Già, stavo dimenticando quello a cui lui forse tiene maggiormente: l’attaccamento al mare. Su questo siamo molto diversi. Io amo la città, col suo caos, gli edifici mastodontici e ho il perverso piacere per la puzza di smog. Lui invece ama Napoli. No, non è un esempio casuale. Le sue origini sono interamente partenopee, come le mie. Appena può, lui si precipita in quella meravigliosa quanto maledetta città. Si schianta così volentieri in quell’accavallarsi di voci e corpi pieni di folklore! Si ferma a mangiare una pizza “a portafoglio” e dopo una sfogliatella. Ma mai, e dico mai, anche quando a Napoli ci siamo andati insieme, ha rinunciato a una visita calorosa ai suoi parenti. I nonni, che lo hanno cresciuto con dedizione, e gli zii, genitori acquisiti per lui e per il fratello minore Francesco. Josef ha imparato molto dal dolore. In poco tempo ha perso due nonne, un nonno e uno zio giovanissimo. Eventi che lo hanno devastato, ma hanno lasciato anche una paradossale scia vitale. Lui ha preso il dolore e ne ha fatto forza. Il dolore ha stimolato la sua crescita, e talvolta gli ha permesso, insieme alla pagina e all’inchiostro, di esprimere la sua condizione emotiva. Ha fatto il magazziniere, il pasticciere, il cameriere. Adesso incide e ricama. Si è rituffato poi nel mondo dell’animazione per stare di nuovo accanto al mare, per scoprire nuovi orizzonti fatti di nuove amicizie e nuovi posti da esplorare. Josef è questo: un giovane libertario che non teme il giudizio. Che si butta, che plana sulla vita osservandola, senza rimanere impreparato. Voglio concludere, ringraziandolo infinitamente per questo piccolo spazio, ma soprattutto voglio fargli un augurio speciale per questo libro, nella speranza che le sue parole acquistino notorietà e vengano interpretate con cura, nel bene o nel male.

Ti voglio bene.

Luca Di Dio

 

Sabato 4 marzo 2017 ore 15.30 – Palazzo d’Arnolfo | Museo delle Terre Nuove

presentazione del libro

Processo Meredith: giustizia perfetta?

di Francesco Paolo Maresca (Prefazione di Roberta Bruzzone)

edito da Ets. Edizioni Pisa

sarà presente l’autore che dialogherà con Adriana Ricca (editor)  e con il pubblico presente

La presentazione è realizzata in collaborazione con il comitato 8 marzo del Valdarno

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Nell’ambito della rassegna “ Le piazze del sapere”  sabato 4 marzo alle ore 15.30 sarà presentato, in Palazzo d’Arnolfo a San Giovanni Valdarno, il libro “Processo Meredith: giustizia perfetta?” di Francesco Maresca (Prefazione di Roberta Bruzzone), edito da Ets. Edizioni Pisa.
Francesco Paolo Maresca è l’avvocato che ha seguito e difeso la famiglia della studentessa inglese uccisa a Perugia. “Quella mattina l’avvocato Maresca si stava preparando un buon caffè. Era così concentrato verso quell’azione quotidiana che lo squillo del telefono lo fece sobbalzare. Un attimo dopo si trovò catapultato dentro una delle vicende più scottanti e controverse degli ultimi anni: il delitto di Perugia. Avrebbe infatti dovuto difendere la famiglia di Meredith Kercher, la ragazza morta in circostanze poco chiare nel suo appartamento nel capoluogo umbro”. Il libro è il racconto del lungo e doloroso percorso del processo Meredith: da quel giorno in cui l’avvocato Maresca entrò nell’appartamento di via della Pergola 7 pensando subito “che quella casa fosse il perfetto scenario per un omicidio”, fino al 27 marzo 2015, data della sentenza di assoluzione senza rinvio dei due imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox.

Francesco Paolo Maresca è titolare di uno dei più importanti studi di avvocati in Italia. Negli ultimi anni ha partecipato, prestando la propria attività professionale, ad importanti processi di rilievo nazionale e internazionale; tra questi, da ultimo, il processo Meredith, quello sul calcio scommesse e sul caso Magherini. Assiste da anni anche alcune Aziende Ospedaliere Toscane, istituti pubblici e bancari.
Da oltre 15 anni presta inoltre la propria assistenza professionale in favore di cittadini inglesi quale legale di riferimento dell’Ambasciata britannica di Roma. Vive a Firenze.

 

Sabato 4 marzo 2017 ore 17.30 – Palazzo d’Arnolfo

Presentazione del libro

I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta

di  Stefano Liberti

sarà presente l’autore

La presentazione è realizzata in collaborazione con l’ Associazione culturale Liberarte

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«I grandi conflitti geostrategici e geoeconomici, nell’inchiesta di Liberti, hanno un riflesso speculare in quello che accade sugli scaffali dei nostri supermercati, sulle nostre tavole, e alla fine sulle nostre arterie, colesterolo, esposizione a tumori e altre malattie degenerative.» –  Federico Rampini, il Venerdì di Repubblica.

Secondo previsioni dell’Onu, nel 2050 saremo 9 miliardi di persone sulla Terra. Come ci sfameremo, se le risorse sono sempre più scarse e gli abitanti di paesi iperpopolati come la Cina stanno repentinamente cambiando abitudini alimentari? La finanza globale, insieme alle multinazionali del cibo, ha fiutato l’affare: l’overpopulation business. Dopo “A sud di Lampedusa” e “Landgrabbing”, Stefano Liberti ci presenta un reportage importante che segue la filiera di quattro prodotti alimentari – la carne di maiale, la soia, il tonno in scatola e il pomodoro concentrato – per osservare cosa accade in un settore divorato dall’aggressività della finanza che ha deciso di trasformare il pianeta in un gigantesco pasto. Un’indagine globale durata due anni, dall’Amazzonia brasiliana dove le sconfinate monocolture di soia stanno distruggendo la più grande fabbrica di biodiversità della Terra ai mega-pescherecci che setacciano e saccheggiano gli oceani per garantire scatolette di tonno sempre più economiche, dagli allevamenti industriali di suini negli Stati Uniti a un futuristico mattatoio cinese, fino alle campagne della Puglia, dove i lavoratori ghanesi raccolgono i pomodori che prima coltivavano nelle loro terre in Africa. Un’inchiesta che fa luce sui giochi di potere che regolano il mercato del cibo, dominato da pochi colossali attori sempre più intenzionati a controllare ciò che mangiamo e a macinare profitti monumentali.

 

Giornalista e scrittore, Stefano Liberti ha pubblicato i suoi reportage su varie riviste italiane ed estere (L’Espresso, El Paìs, Le Monde Diplomatique). Nel 2004 ha pubblicato insieme a Tiziana Barrucci “Lo Stivale meticcio – L’immigrazione in Italia oggi” (Carocci). Nel 2007 ha vinto il Premio Luchetta come miglior giornalista italiano nella sezione Quotidiani e periodici, mentre nel 2009 con il libro “A Sud di Lampedusa” (Minimum Fax) ha vinto il premio Indro Montanelli. Sempre per Minimum Fax ha pubblicato nel 2011 “Land Grabbing”, un’inchiesta sull’accaparramento delle terre su scala mondiale, tradotto poi in quattro lingue. Come regista ha lavorato tra il 2007 e il 2008 al programma televisivo “C’era una volta” di Rai3 e nel 2012 ha realizzato insieme ad Andrea Segre il documentario “Mare Chiuso”. Il suo ultimo lavoro “I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta” sta riscontrando un grande successo ed è stato definito da Goffredo Fofi come “uno dei migliori, dei rari degni prodotti del nostro giornalismo d’inchiesta”.

 

Venerdi 17 marzo 2017 ore 18.00 – Palazzo d’Arnolfo | Museo delle Terre Nuove

Presentazione del libro

Il mio posto nel mondo 

di Chiara Baldini

interventi a cura di: Fabio Gimignani editore e Floriana Marrocchelli, istruttrice di  ippoterapia

sarà presente l’autrice

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Il cavallo. Da sempre simbolo di forza, resistenza e fierezza nell’immaginario collettivo.
Come può questo splendido animale interagire con una persona colpita da una grave disabilità ed aiutarla in un percorso di recupero che sembra oggettivamente improbabile, se non impossibile?
Ce lo racconta Chiara Baldini attraverso le pagine di un diario che ripercorre il suo approccio con Fiona (la tipa bionda in copertina) e tutte le tappe attraverso le quali è riuscita a recuperare autonomia, fiducia ed autostima. L’introduzione e le conclusioni di Floriana Marrocchelli, istruttrice di  ippoterapia  che segue Chiara da oltre tre anni, forniscono solide basi cliniche e razionali ad un libro che, diversamente, potrebbe apparire ai più come una favola.
Ma forse si tratta proprio di questo: di una bellissima favola che racconta dell’amore sbocciato tra Chiara e Fiona, e del loro percorso grazie al quale Chiara ha conquistato a pieno diritto il proprio posto nel mondo.

 

Ingresso gratuito

 

Informazioni

Biblioteca Comunale,

Via Alberti, 17 52027 San Giovanni Valdarno

Tel. 055 9126277 e-mail: biblioteca@comunesgv.it

www.comunesgv.it  http://lepiazzedelsaperesgv.blogspot.it/

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